Grossi guai in arrivo per molti lavoratori dipendenti: ora per il datore di lavoro licenziare sarà molto più facile. Vediamo cosa è cambiato.
Se pensi che essere assunto come dipendente a tempo indeterminato ti tuteli da qualsivoglia rischio, sbagli di grosso: una nuova sentenza della Cassazione ha reso molto più facile per i datori di lavoro licenziare i dipendenti. Una nuova regola molto stringente cambia completamente la situazione e mette a rischio tanti posti di lavoro.
Vita dura, d’ora in avanti per i lavoratori dipendenti poco produttivi e che si concedono troppe pause durante l’orario di lavoro. La pausa, naturalmente, è legittima ed è prevista dal contratto: serve a ristorarsi e a prendere un po’ di respiro. Durante la pausa si può anche uscire dall’ufficio per fare due passi e prendere un caffè.
Tuttavia ci sono tempistiche e frequenze da rispettare. Se la pausa di metà mattina deve durare 15 minuti, non ci si può assentare per mezz’ora salvo casi eccezionali di cui l’azienda deve essere messa subito al corrente. In altre parole la pausa deve sempre essere autorizzata e fatta nei tempi stabiliti. Se ci assenta troppo spesso o per periodi troppo lunghi si rischia grosso e si può essere licenziati.
Ami il caffè? Ottimo ma non berlo troppo spesso…non durante l’orario di lavoro almeno o rischi di essere licenziato. la Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha giustificato i licenziamenti anche per dipendenti a tempo indeterminato se essi fanno troppe pause caffè nell’arco della giornata lavorativa. Vediamo, nei dettagli, cosa è successo.
Il caffè è una delle bevande più consumate in tutto il mondo e noi italiani ne andiamo davvero pazzi…talmente pazzi da rischiare, addirittura, il posto di lavoro. Il caso è arrivato fino in Cassazione: un lavoratore dipendente presso una società di raccolta rifiuti è stato licenziato a causa delle lunghe e ripetute pause caffè durante l’orario di lavoro.
L’azienda, insospettita da queste lunghe assenze, aveva assunto un investigatore privato il quale ha dato conferma della condotta del dipendente il quale, praticamente ogni giorno, veniva meno ai suoi doveri e si concedeva lunghe pause al bar. Il dipendente licenziato, a sua volta, ha fatto ricorso accusando i suoi datori di violazione della privacy avendolo fatto pedinare da un investigatore privato.
Ma la Cassazione, lo scorso ottobre, ha respinto il ricorso e confermato la legittimità della decisione dell’azienda la quale ha il diritto di avvalersi di investigatori privati per sorvegliare i dipendenti qualora questi, a causa dei loro comportamenti, possano provocare delle perdite all’azienda stessa. In pratica le lunghe pause al bar – pause sempre non autorizzate – stavano causando un danno all’azienda e il dipendente, con questo atteggiamento scorretto, stava frodando i suoi datori di lavoro.
Questa sentenza ha creato un precedente molto importante in quanto da ora in avanti, in situazioni del genere, per le aziende sarà molto più facile licenziare i propri dipendenti anche in caso di assunzioni a tempo indeterminato.
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