Riforma IRPEF/IRES 2025: cosa cambia per professionisti e imprese
Nel 2025 ci sarà la nuova riforma IRPEF/IRES e tutti si cambiano come cambierà il reddito di lavoro autonomo e di impresa: ecco i dettagli
Il 3 dicembre 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo. Cosa significa? che si vanno a rivedere in modo completo il sistema fiscale per i redditi delle persone fisiche (IRPEF) e delle società ed enti (IRES). Questo decreto era stato approvato in un primo momento il 30 aprile 2024. Rappresenta il risultato di una legge delega per la riforma fiscale, un passo fondamentale per modernizzare il sistema tributario italiano.
La nuova normativa introduce importanti modifiche, pensate in particolare per professionisti, lavoratori autonomi e imprese. L’obiettivo è quello di semplificare e rendere più equo il sistema impositivo. Le modifiche riguardano diversi aspetti, dalla revisione delle aliquote fiscali alle nuove modalità di calcolo delle imposte. Si prevedono interventi mirati per sostenere la crescita economica. Inoltre, sono previsti strumenti per ridurre il carico fiscale per alcune categorie, in particolare quelle meno tutelate dal sistema attuale.
Ma quali sono le novità e come influenzeranno le persone fisiche così come le aziende? Scopriamo tutto nel dettaglio.
Decreto legislativo riguardo l’IRPEF/IRES: cosa cambierà nel 2025?
La riforma fiscale del 2025 ha introdotto cambiamenti significativi nell’articolo 54 del TUIR, che riguarda la determinazione del reddito da lavoro autonomo. L’articolo 5 ha suddiviso e riscritto il testo originale per rendere più chiara e specifica la disciplina fiscale per i professionisti e le imprese.
Una delle principali modifiche riguarda l’estensione del regime della tassazione separata, che si applica ora anche alle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni, clientela e altri elementi immateriali. Inoltre, la riforma introduce il principio di “onnicomprensività” nella determinazione del reddito. È stabilito che il reddito di lavoro autonomo sarà calcolato come la differenza tra i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute, comprese quelle rimborsate dal committente. Questo intervento elimina la difficoltà precedente di considerare come reddito le somme rimborsate al professionista, poiché tali spese non aumentano il suo reddito imponibile.
Il “principio di cassa” resta confermato come criterio per l’imputazione temporale del reddito. Questo significa che il reddito viene riconosciuto nel momento in cui il compenso viene effettivamente percepito, anche se il pagamento è effettuato tramite bonifico bancario. Altri aspetti importanti della riforma riguardano la deducibilità delle spese per beni strumentali, l’ammortamento dei costi relativi a beni immateriali, e la gestione di plusvalenze e minusvalenze, con regole più precise per la loro considerazione ai fini fiscali. Inoltre, viene introdotto un regime di neutralità fiscale per le aggregazioni professionali. L’obiettivo è semplificare e rendere più flessibile il trattamento fiscale delle fusioni e acquisizioni tra professionisti.